CENNI STORICI

La coltura del giaggiolo accompagna la storia dell’uomo fin dai tempi antichi, legandosi profondamente alla nostro cultura. Nel XV secolo a. C. il faraone Thutmosis III (1516 – 1426 a. C.) portò i rizomi di giaggiolo dalla Siria in Egitto per coltivarlo nella valle del Nilo. Numerosi secoli dopo, Carlo Magno (742 – 814 d.C.), imperatore dei Franchi, al fine di sfruttare al meglio le sue immense proprietà terriere emanò la famosa ordinanza detta il “Capitulare de villis” con la quale inserì tra le 60 piante che dovevano trovarsi in un giardino imperiale gli Iris, ai quali venivano riconosciute proprietà espettoranti e purgative. Il giaggiolo bianco, poi, venne scelto come emblema del Comune di Firenze nel 1251 durante il periodo di battaglie fra Guelfi e Ghibellini. La coltivazione dell’Iris visse un periodo fiorente dalla metà dell’800 fino agli anni ’50 del secolo scorso poiché permetteva di assicurare sussistenza non solo ai mezzadri e ai piccoli proprietari, ma anche ai cosiddetti pigionali, operai salariati e artigiani che popolavano le colline del Chianti e del Pratomagno. A causa di vari eventi, dalla metà del 1900 la coltivazione del giaggiolo subì una drastica riduzione.

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Iniziativa finanziata dalla sottomisura 1.2 nell’ambito del bando PIF AGRO 2017 del Programma di Sviluppo Rurale 2014 – 2020 della Regione Toscana (fondi FEASR)